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L'abbaglio del Sant'Anna

14-04-2009 / Punti di vista

di Raffaele Atti *

Non si capisce quale mix di incompetenza e improvvisazione possa portare il Carlino Ferrara a titolare in prima pagina: "In Cisterna del Follo si poteva raddoppiare il S.Anna…". I dati di fatto sono che l'area di Cisterna del Follo che ospitava la caserma Pozzuolo del Friuli è di 3,75 ettari, comprendendo i 2.500 mq della cavallerizza, mentre l'area del Sant'Anna è complessivamente di oltre 15 ettari. Inoltre in Cisterna del Follo sono collocati edifici vincolati (anche dalla Sovrintendenza) a interventi conservativi, la cui superficie utile complessiva è di circa 25.000 mq. E' inoltre un'area che non si presta ne a nuove edificazioni (senza rivedere quei vincoli) né a sviluppi in altezza, data la vicinanza di Palazzo Schifanoia e delle mura.
Immagino che nel "si poteva" sia compresa la bizzarra ipotesi di collegamento con tunnel al Sant'Anna (che verrebbe giusto sotto la Palazzina di Marfisa). Nemmeno il clima della peggior campagna elettorale da molti anni a questa parte può giustificare che simili enormità vengano spacciate per plausibili dalla stampa. Né è accettabile la superficialità con la quale si vuole contrapporre la realizzazioni di parcheggi con l'ipotesi di altri utilizzi per nulla incompatibili. Per fortuna le carte parlano chiaro: l'assessorato all'Urbanistica ha proposto al Consiglio comunale, che lo ha adottato fin dal 2003, un piano di recupero dell'area che prevede: residenza (o in alternativa un albergo) e uffici su due corpi di fabbrica della caserma, l'acquisizione da parte dell'Amministrazione comunale del 3° corpo (quello parallelo a via Madama), la ricostruzione del giardino di Palazzo Schifanoia, parcheggi interrati in numero superiore ai fabbisogni standard in funzione dell'esito della campagna di scavi archeologici. Ma non si è ancora potuto procedere perché il complesso è proprietà del Demanio, non del Comune. Dunque anche il " si parlava di parcheggi e ora si pensa di farci case" appare come particolarmente maliziosa. Un giornale serio direbbe quali sono le fonti delle "indiscrezioni" su presunte megalottizzazioni.
Vorrei infine far notare che se io mi mettessi non dico a diagnosticare cataratte ma anche solo a discettare di layout di strutture sanitarie farebbero bene a prescrivermi un TSO, non si capisce cosa spinga un illustre oculista a impelagarsi in valutazioni sul carico urbanistico di comparti della città in forte evoluzione. Ma è davvero impossibile limitarsi a fare ciascuno al meglio il proprio mestiere?

* Assessore all'Urbanistica